Demenze e AlzFrancesco Ronconeheimer si collocano tra i primi cinque posti tra le cause più frequenti di morte. A ribadirlo Francesco Roncone, Segretario Regionale della Federazione Anziani e Pensionati delle ACLI del Veneto, intervenuto a Verona al convegno “Anziani e salute”. L’ultimo rapporto ISTAT ci consegna, continua Roncone, un paese vecchio e per la prima volta nella storia, entro i prossimi cinque anni, il numero degli ultra sessantenni supererà il numero di bambini di età inferiore ai 5 anni, con un conseguente aumento esponenziale di ammalati di demenze e Alzheimer. La crisi economica certo non ci aiuta: nel 2013 sono stati iscritti in anagrafe per nascita poco meno di 515 mila bambini, 64 mila in meno in cinque anni.
Questa tendenza non può non accelerare ulteriormente il processo di invecchiamento in atto nel nostro Paese e accelerare nuove sfide per il sistema di welfare. I dati Istat mettono ancora una volta in guardia i governi sull’importanza di promuovere strategie efficaci di promozione della salute e attenzioni specifiche al sociale, all’interno di questo anello debole della popolazione in continua crescita.
Il Segretario della FAP Veneta continua: se planiamo nel nostro Veneto l’ISTAT ci dice che le persone con disabilità sono state stimate in 207 mila, mentre nel 2022 saranno da 237 mila a 246 mila (+16%), di cui 212 mila anziane.
Qualcosa è stato fatto in questi ultimi mesi dalla Regione Veneto, ma non basta, 2 mila cittadini non autosufficienti, accolti nelle case di riposo accreditate, ma ancora privi di impegnativa di residenzialità, riceveranno, da quest’anno, un contributo di circa 9 euro al giorno. Certamente un aiuto straordinario che alleggerisce l’onere della retta mensile delle strutture che, si aggira ormai sui 2000 euro, ma sono, purtroppo, ancora troppo pochi i “fortunati” che quel posto lo trovano.
Tramite l’Ulss, viene erogato anche un contributo per l’assistenza alle persone non autosufficienti al proprio domicilio. Ma tale contributo, denominato Impegnativa di Cura Domiciliare (ICD), che dal 2013 sostituisce l’Assegno di cura rischia di assottigliarsi ancora di più se il Governo centrale continua a tagliare i fondi e le Regioni continuano a far fronte con i fondi del sociale per pagare i conti della sanità. Spero solo che il modello Veneto che, si fonda sulla integrazione tra spesa sociale e spesa sanitaria e sulla stretta collaborazione tra le Associazioni di volontariato, Comuni e ULSS abbia modo di rafforzarsi. La FAP ACLI auspica e invita i nostri politici ad una maggiore attenzione rivolta a questi temi sociali, perché ogni euro investito sulla spesa sociale è un risparmio per le casse della sanità. Noi della FAP Acli, continua Francesco Roncone, faremo a breve alcune proposte, ma lasciatemi però terminare con un avviso ai naviganti, a Verona, partirà a breve, come progetto pilota per le ACLI del Veneto, “Madeleine”. Si tratta di un progetto con un nuovo approccio alla conoscenza della malattia e del malato, facendo emergere una visione “sociale” delle demenze, tesa a collocare l’ambito patologico del disturbo in una dimensione quotidiana e sostenibile anche per le famiglie che hanno in casa un malto di demenza. Un centro diurno dove si lavorerà per favorire l’utilizzo ed il mantenimento temporaneo delle funzioni residue e dove verranno promosse esperienze gratificanti che sostengano l’autostima e l’immagine personale, ma penso ancora all’importante supporto che così si darà alle famiglie, sollevandole per alcune ore al giorno, di una presa in carico globale del proprio caro sull’arco di tutta la giornata.