CONVEGNO Acli e Cisl al Centro Carraro sul confronto generazionale

20 – 21 maggio 2013

«Giovani e anziani uniti dalla precarietà»

«La realtà? Disoccupazione e pensioni da fame»

Giovani e anziani possono sembrare categorie contrapposte,ma mai come adesso i destini degli uni sono strettamente legati a quelli degli altri.
Per questo la Fap, federazione anziani e pensionati delle Acli ha voluto dedicare il proprio seminario di studi, in corso ri e oggi al Centro Carraro,alla presenza dei vertici delle Fap Acli di Veneto, Trentino e Lombardia, al confronto generazionale. «L’idea è di discutere i problemi degli anziani, sempre più fascia debole della popolazione», spiega il segretario provinciale Fap-Acli, Francesco Roncone,«mettendoli però a confronto con quelli dei giovani, per superare quello che potrebbe sembrare un conflitto,mache è, invece, un’opportunità».

E a oggi sembra che sia le persone più avanti con gli anni, che i giovani sotto i 35 anni nonse la stiano passando troppo bene. «Il 36 per cento dei giovani non trova un’occupazione e il 44 per cento dei pensionati vive con meno di mille euro al mese.Edi questi il 13,3 per cento ha una pensione inferiore ai 500 euro», prosegue Roncone.E aggiunge:«Non si può sopravvivere così e infatti quest’inverno in tanti hanno patito il freddo, pur di non accendere il riscaldamento, che non possono permettersi di pagare. Abbiamo otto milioni di persone sull’orlo della povertà e la metà di questi sono pensionati. Ilwelfarenonlisostiene e l’azzeramento dei fondi statali per la non autosufficienza non ha certo aiutato».

I giovaniperò non se la passano molto meglio, tanto che i nonni, insieme ai genitori, sono diventati per loro l’unica forma di paracadute sociale, come spiega Emiliano Galati, segretario regionale della Felsa- Cisl, Federazione lavoratorisomministratiautonomiatipici: «Precario è una parola generica. Il termine tecnico è “lavoratore atipico”. Che già contiene qualcosa di poco accattivante.

Discriminante, quasi. Sono oltre 4 milioni gli atipici attualmente o recentemente occupati. E sono nei guai. Il reddito annuo di un lavoratore a progetto è stato nel 2012 di 8.809 euro, qualcosa come 734 euro lordi al mese. Questa situazione», prosegue Galati, «determina un presente di rinunce e un futuro incerto, sia come carriera sia come guadagni.

Nel 2012 il 78 percento delle nuove assunzioni è stato a carattere temporaneo, mentre a Verona il tasso di disoccupazione tra gli under 35 è al 22 per cento, un numero altissimo per la nostra realtà. E l’aumento dell’età pensionabile non aiuta certo l’inserimento dei giovani».Galati ha però anche una proposta per agevolare la staffetta generazionale.

«Un part time in cui si alternano giovani e meno giovani, finché questi ultimi non vanno in pensione, lasciando definitivamente il posto».
«Sembra sempre di assistere alla spartizione di una coperta che è diventata troppo corta», osserva l’assessore comunale ai Servizi sociali Anna Leso, intervenuta ieri al seminario, «servono nuovi spunti». •E.I. (fonte L’Arena 11/05/2013)