DICHIARAZIONI

 

 

 

GIORNATA STORICA PER L’UE  

A BRUXELLES IL VENTO È CAMBIATO

di Francesco Roncone Segretario regionale della FAP ACLI del Veneto

 

 

 

 

 

<< Réddite quae sunt Caésaris Caésari, diamo a Cesare quello che è di Cesare: non ammetterlo sarebbe da stupidi, Giuseppe Conte è stato un grande.

In queste ultimi giorni tutta l’Italia ha tifato per lui, che con la dignità, serietà e autorevolezza ha saputo, al tavolo di Bruxelles, destreggiarsi tra veti e contrapposizioni, evitare trappole e siluri e portare a casa un risultato storico per l’Italia e per l’Europa intera, come mai era accaduto fino ad oggi.

 L’Europa, dal canto suo, ha saputo finalmente dare una grande prova di unitarietà, una nuova sensibilità sociale e un’intelligente e pragmatica flessibilità. L’Unione c’è, ha risposto, mettendo in comune il suo debito per rafforzarsi e reagire con forza alla crisi economica aggravata dal COVID-19.

L’Italia porta a casa una dote di 209 miliardi, 82 miliardi a fondo perduto e 127 di prestiti da restituire, a interessi quasi zero, a partire dal 2028. Una somma ancora maggiore rispetto alla proposta della Commissione di maggio, che destinava al nostro Paese 173 miliardi, 82 di aiuti e 91 di prestiti.

La Commissione Ue raccoglierà il denaro emettendo sui mercati bond europei pluriennali, un debito comune europeo garantito da tutti gli Stati.

Sono soldi freschi che il Governo potrà destinare al rilancio dell’economia e avviare un grande piano di modernizzazione del Paese, per realizzare quelle riforme urgenti e necessarie che gli italiani attendono da anni e cambiare, finalmente, il volto di questo nostro Paese.

Adesso il Governo ha un maggiore margine d’azione nella sua politica economica, può guardare al futuro con più serenità e dedicare, con la prossima legge finanziaria, nuove risorse anche a favore di quelle categorie, che in questo periodo di crisi, hanno sofferto e non poco, le famiglie di anziani e pensionati che vivono ancora con poche centinaia di euro al mese. Adesso non ci sono più scuse, rivalutiamo le pensioni minime e approviamo una seria riforma fiscale che ridistribuisca la ricchezza nel nostro Paese, dando dignità a chi, in questi decenni, con il proprio lavoro, ha fatto grande la nostra Italia>>.