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BELLUNO – Referendum Costituzionale 2016

Analisi delle posizioni del Si e del NO

di Narciso Cassol – Segretario provinciale FAP Belluno

La Federazione Anziani e Pensionati delle ACLI bellunesi, non vuole assolutamente prendere una posizione elettorale sul prossimo referendum costituzionale, la finalità è semplicemente quella, vista l’importanza di questo appuntamento elettorale, di attirare l’attenzione su alcuni punti inerenti il SI o il NO al referendum costituzionale del 2016.

Il referendum chiamerà i cittadini a dire SI o NO alla riforma della Costituzione proposta dal ministro Elena Boschi e appoggiata dal Governo Renzi.

Ma come funziona il referendum? Per cosa si va a votare?

Cerco di spiegare in modo semplice i motivi per cui votare SI o NO alla riforma Boschi. Renzi mettendo a confronto il parere di chi è favorevole e di chi è contrario al referendum che modificherà alcuni punti della Costituzione. Lo scontro tra il SI e il NO è trasversale e coinvolge tutti gli schieramenti politici ed ideologici.

Si sono delineati comitati per il SI e per il NO alla proposta di legge Boschi perché in sede di votazione in Parlamento non ha ottenuto la maggioranza dei voti.

La decisione finale della sua entrata in vigore, spetterà dunque ai cittadini.

Teniamo presente che contrariamente agli altri referendum, per questo tipo di referendum chiamato anche confermativo o sospensivo non è necessario il raggiungimento del quorum, quindi non servirà il 50% più uno perché sia valido, vincerà l’opzione SI o NO che ha ottenuto la maggioranza dei voti. Gli aventi diritto al voto, saranno chiamati a pronunciarsi in favore o contro tutto il testo della riforma per cui o si accetta tutto oppure si respinge tutto.

Vorrei anche far presente che la proposta di riforma della Costituzione della Repubblica Italiana è molto più articolata e complessa delle semplici motivazioni qui elencate, ma per rendere l’argomento più digeribile, elenco solo alcune buone ragioni per votare SI o NO, ricavate da alcuni giornali nazionali.

Perché votare SI:

  • Addio bicameralismo: si supera il meccanismo con cui le leggi vengono passate da Senato a Camera e tutte le lentezze e ritardi che ne derivano;
  • Il fatto che solo la Camera debba concedere la fiducia al governo implica, l’instaurazione di un rapporto di fiducia esclusivo con quest’ala del parlamento;
  • La diminuzione del numero dei parlamentari e l’abolizione del Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) porterà notevoli risparmi;
  • Grazie all’introduzione del referendum propositivo e alle modifiche sul quorum referendario aumenterebbe la democrazia diretta;
  • Il Senato farà da “camera di compensazione” tra governo centrale e poteri locali, quindi diminuiranno i casi di contenzioso tra Stato e Regioni davanti alla Corte Costituzionale.
  • Salto di qualità per il sistema politico italiano, al quale si dà respiro dopo decenni di procedure legislative lente, macchinose e costose.

Perché votare NO:

  • Si tratta di una riforma non legittima perché prodotta da un parlamento eletto non dal popolo ma con una legge elettorale (“Porcellum”) dichiarata incostituzionale. Inoltre anche agli amministratori regionali e locali si va a garantire l’immunità parlamentare;
  • Non è una riforma scritta in modo chiaro e semplice e soprattutto, non è stata prodotta per iniziativa libera del parlamento, ma sotto dettature del governo;
  • Il bicameralismo non viene davvero superato, come dice il governo, bensì reso più confuso creando conflitti di competenza tra Stato e Regioni e tra Camera e nuovo Senato;
  • Non crea semplificazioni per quanto riguarda il processo di produzione delle norme anzi lo complica: dalle nuove norme sul Senato e procedure legislative deriverebbero almeno 7 procedimenti legislativi diversi;
  • I costi della politica non vengono dimezzati, con la riforma si andrà a risparmiare circa il 20% ma in realtà sono in arrivo nuove indennità al rialzo per i funzionari parlamentari;
  • Non garantisce la sovranità popolare: insieme alla legge elettorale Italicum, che mira a trasformare una minoranza in maggioranza assoluta di governo, espropria il popolo dei suoi poteri e consegna la sovranità nelle mani di pochi.
  • L’ampliamento della partecipazione diretta dei cittadini comporterà l’obbligo di raggiungimento di 150 mila firme (attualmente ne servono 50 mila) per i disegni di legge di iniziativa popolare.

La riforma costituzionale non è sicuramente una cosa semplice, si tratta di capire se questa riforma rappresenta un’accettabile e auspicabile cambiamento in meglio. Deve essere anche un segno di maturità del Paese che ora deve dimostrare di essere credibile e forte a livello internazionale.

Sono sempre convinto che una buona classe politica degna, può far marciare un Paese anche con una Costituzione imperfetta.

Credo anche che più che a una prova di maturità del popolo italiano, siamo di fronte ad una prova di maturità della classe dirigente del nostro Paese.